COMUNICATO STAMPA – Consiglio comunale straordinario a Lanciano sulla crisi idrica. Una lunga seduta con la presenza dei vertici della Sasi

Trasparenza, impegno e serietà nell’affrontare uno dei periodi più complicati degli ultimi anni. Il vertice della Sasi, la società che gestisce il servizio idrico di 87 Comuni, ha spiegato e difeso il proprio operato nella seduta fiume del consiglio comunale straordinario voluto sia dalla maggioranza che dall’opposizione per discutere dell’emergenza idrica. A sedere sui banchi dell’aula consiliare il presidente della Sasi Gianfranco Basterebbe, il direttore dell’area tecnica Pio D’Ippolito, Corrado Varrati membro del Cda, l’architetto Giuseppe Fiorillo, la direttrice dell’area commerciale e amministrativa Manuela Carlucci ed Enzo Giardino, responsabile dell’area 2 (di cui fanno parte 20 Comuni, tra cui Lanciano) settore tecnico. Tante le domande e pure le accuse in un’atmosfera che solo in alcuni momenti si è accesa, con toni piuttosto forti e attacchi pesanti indirizzati alla gestione Sasi. Un clima prevedibile che però non ha affatto scoraggiato il presidente Basterebbe che aveva accettato di partecipare con l’obiettivo di spiegare e dare tutte le informazioni sulla attuale situazione e sulle azioni portate avanti dalla società. In effetti è quello che sta facendo da giorni, da settimane e da ex sindaco ha scelto di parlare anche nel luogo deputato al confronto. Ha ricordato ancora una volta la condizione di sofferenza della sorgente Del Verde con 300 litri al secondo in meno e i gravi problemi patiti da alcuni centri del medio e alto vastese ( paesi che hanno 4-5 ore di acqua al giorno), per cui si è resa necessaria una turnazione diversa e più equilibrata “per consentire una distribuzione equa, non ci sono zone privilegiate, non togliamo ad alcuni per dare ad altri, senza criterio – ha ribadito Basterebbe – abbiamo anche tenuto conto delle esigenze delle città costiere ma certo non si può non tenere presente chi da mesi vive una situazione difficilissima, perciò abbiamo chiesto qualche sacrificio in più. Circa 10 milioni di euro sono stati messi a disposizione dalla Regione Abruzzo per l’emergenza e la sostituzione delle reti ammalorate. Risorse che serviranno a realizzare 82 kilometri di acquedotto interessando una decina di Comuni in sofferenza e tra questi non figurava Lanciano, noi abbiamo fatto inserire tutte le contrade che da tempo patiscono enormi disagi”.
Altro punto “caldo” la dispersione idrica e dai banchi della maggioranza più di un consigliere ha parlato del 71 per cento di acqua che si perde. La perdita è del 64 per cento che non è un dato trascurabile e sull’argomento si è soffermato il direttore tecnico Pio D’Ippolito “Il primo progetto era di 50 milioni che la Regione Abruzzo intendeva affidare alla Sasi per un unico intervento, noi abbiamo rifiutato con la convinzione che più progetti sarebbero stati più efficaci e gli iniziali 50 sono diventati 70 per sei gestori. Come Sasi abbiamo ottenuto 15 milioni di euro, la somma più alta rispetto agli altri gestori. Il progetto sulla ricerca perdite è quello che sta più avanti, ogni 10 del mese dobbiamo rendicontare e dire a che punto ci troviamo. Abbiamo iniziato con i Comuni più grandi. A Lanciano l’intervento si è concluso e disponiamo di una mappa precisa sulla condizione delle reti. Tengo a precisare che il primo passaggio è stato fatto con il satellite e poi si è intervenuti a terra. Sono state individuate tre ditte, una di Lanciano, di Ortona e di Vasto che stanno già lavorando e procedendo alla riparazione delle perdite individuate. L’obiettivo fissato e inderogabile è recuperare il 38 per cento delle perdite. Se questo progetto fosse stato fatto 20 anni fa oggi avremmo un patrimonio meno compromesso e le situazioni sarebbero diverse”.
“L’acqua è un bene indispensabile e vitale e comprendiamo i gravi problemi che derivano dalla mancanza di questa risorsa irrinunciabile, stiamo cercando di mettere in campo le azioni adeguate a rispondere alle tante e diverse esigenze – ha detto tra l’altro Basterebbe – ma non è semplice sia per le risorse a disposizione che per l’oggettiva difficoltà in merito alla mancanza di acqua alla sorgente. Non nego che a maggio ho parlato solo di crisi, forse sono stato ottimista o forse non ho valutato con la dovuta attenzione, certo non prevedevo una situazione di emergenza tanto grave, né una stagione tanto calda, ma non temo di dire che la prima significativa soluzione può arrivare dalle precipitazioni nevose e non perché affido al tempo la cura di questa malattia ma perché è oggettivamente così. Noi intanto ce la mettiamo tutta e ci dispiace se i risultati non sempre sono stati quelli inseguiti e sperati”.
Nel corso della seduta sono state anche evidenziate la lentezza e la farraginosità ministeriale che contribuiscono ad allungare i tempi degli interventi. Si è parlato inoltre del ruolo dell’Ersi e pure di tariffe. Su quest’ultimo punto a spiegare è stata Manuela Carlucci: “I metodi tariffari sono stati stabiliti da Arera, dal 2003 al 2011 la Sasi ha avuto tariffe ferme anche a scapito degli investimenti, dal 2011 sono iniziati gli aumenti tariffari che vengono stabiliti in base a una serie di criteri e vincoli. La tariffa viene approvata da Ersi ente regolatore regionale e da Arera, autorità nazionale. Ad oggi la tariffa media è di circa 2 euro mentre nel centro nord Italia è di 3-4 euro da quasi 20 anni e questo ha significato molto in termini di investimenti e programmazione”. La Carlucci ha anche ricordato gli importanti progetti di comunicazione promossi in questi anni dalla Sasi, a cominciare dal favorire l’utilizzo dell’acqua del rubinetto fino alle quattro edizioni del Concorso riservato agli alunni delle elementari e delle medie sull’uso consapevole dell’acqua che in questi anni ha registrato una partecipazione notevole e pure il sostegno delle associazioni ambientaliste. Segno dell’efficacia di un progetto che guarda alla cultura, alla conoscenza e alla formazione partendo proprio dalle nuove generazioni.
E sui fondi del PNRR alcune precisazioni sono arrivate dall’architetto Fiorillo: “Non abbiamo avuto problemi con il PNRR, tutti i progetti sono sottoposti a una attenta verifica e per quanto riguarda la ricerca perdite siamo tenuti a rendicontare al ministero che ha messo pure a disposizione un portale dove si possono avere tutte le notizie. Tutto viene fatto in completa trasparenza e se i progetti vengono finanziati significa che sono ritenuti validi e che hanno tutti i requisiti e la società che li presenta ha le competenze per realizzarli”
I vertici della Sasi hanno anche spiegato le ragioni di alcune incongruenze in merito alla comunicazione di rotture e chiusure assicurando che anche per questo cercheranno di migliorare compatibilmente agli aspetti tecnici che regolano queste operazioni. E’ stato ribadito che la Sasi gestisce ben 7.500 kilometri di rete, di cui 4.200 di idrico. Si è parlato del potabilizzatore, dell’iter che è stato seguito e dell’importanza che ha per il territorio la sua realizzazione. Tanti gli aspetti toccati nel corso del lungo Consiglio straordinario.
Dopo i consiglieri, sono interventi alcuni assessori e alla fine il sindaco che ha fatto una riflessione su alcuni elementi contenuti nella relazione conclusiva del 2023 della commissione di inchiesta regionale presieduta da Sara Marcozzi. “I problemi, i timori, le perplessità sono oggi gli stessi di quelli contenuti in questo documento, vuol dire che da soli i gestori non ce la fanno a reperire i finanziamenti necessari a dare risoluzioni definitive, forse bisogna percorrere altre strade”. E se per il primo cittadino di Lanciano la formula del gestore unico potrebbe essere la soluzione ai problemi legati alla risorsa idrica, per il presidente Basterebbe questo sistema potrebbe non essere quello migliore, intanto ha puntualizzato che “ nel 2027 siamo tutti in scadenza,tranne il Ruzzo ed entro 18 mesi dalla scadenza bisogna decidere cosa fare e preparare la gara, e se non c’è un impegno serio in questo senso si rischia di perdere il treno e di favorire altre situazioni. Forse il disegno, non ancora espresso, è quello di cedere ai privati più forti, da anni si pensa che Acea si impadronirà di tutto questo nostro patrimonio. Nel 2027 vedremo cosa succederà”.
“Le porte della Sasi sono aperte, non temiamo controlli e verifiche e siamo pronti a comunicare e a rendicontare i nostri programmi, progetti e interventi” ha detto tra l’altro Basterebbe nel suo intervento conclusivo rispondendo già a quanto contenuto nella risoluzione firmata alla fine della seduta dai consiglieri di maggioranza e opposizione con la sola astensione del consigliere di minoranza Piero Cotellessa. Il presidente ha ringraziato il sindaco, la presidente del Consiglio Gemma Sciarretta, i consiglieri tutti e gli assessori e si è scusato per aver dato qualche risposta con un tono più alto. Ama il dialogo e non lo scontro e su un argomento tanto importante è necessario essere collaborativi e soprattutto oggettivi nei giudizi e nelle proposte. Basterebbe ha assicurato che la società che presiede sta operando con professionalità, competenza e spirito di servizio e che si cercherà di fare di più e meglio, con l’auspicio che il Governo dia l’ok a quegli 80 milioni di euro che rappresentano davvero una svolta importante alla soluzione dei problemi.

.
Skip to content